[DIARIO DI BORDO] - CMDR Leander Arivoth

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Leander Arivoth
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[DIARIO DI BORDO] - CMDR Leander Arivoth

Messaggioda Leander Arivoth » martedì 3 ottobre 2017, 11:57

30 Settembre 3303, ore 21:48
Sistema Wolf 1230 - Satcher Dock - New Atomic Bar
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<<Ti trovo bene, sembri anche dimagrito..>>
Lo sguardo di Leander abbandonò istintivamente il datapad, su cui stava visualizzando i progetti di una nuova nave e si posò su.. una creatura angelica.

Electra era in piedi di fronte a lui e lo fissava sorridendogli. Aveva in mano un vassoio di legno su cui faceva bella mostra una bottiglia di whisky Velisiano.
Leander si schiari la voce: <<Grazie Electra, sei in splendida forma anche tu..>>
Electra era dotata del classico fascino femminile, uno charme che avrebbe fatto crollare anche l'uomo più inflessibile.
Fisico mozzafiato, bellezza acqua e sapone, postura, inflessione vocale, espressione facciale.. tutto in lei sembrava studiato per risultare attraente ed accomodante, ma sembrava che fossero doti innate in lei e non qualcosa di costruito a tavolino.
<<Sei riuscito a non farti ammazzare, bravo!>> disse lei sorridendo ancora di più, nel modo che molte donne conoscono per far risaltare le sue labbra carnose rese ancora più provocanti da un velato rossetto color prugna.
<<Questo lo offre la casa.>> annunciò mentre riempiva il bicchiere di Leander col whisky che reggeva sul vassoio.
Leander ringraziò.
Non era propriamente un tombeur de femmes ma era abituato a ricevere le attenzioni delle ragazze: era un pilota e per di più di bella presenza e si sa l'effetto che le divise fanno sulle donne. Ma quella di fronte a lui non era una comune ragazza.
Electra era.. Electra.
La cameriera proseguì: <<Mi mancate ragazzi, ultimamente non vi fate vedere spesso qui in giro.. @Asamith, @Sawyer, @mamurra, @Frigna the Hutt.. perfino quei dongiovanni di @Vroxigar e @FBO80.. che fine avete fatto?>>
<<Eh, Ele, potrei dirtelo ma.. poi dovrei ucciderti.>> ammiccò: <<Non mi constringerai a fare una cosa così crudele..>> e avvicinò la testa verso la ragazza, quasi come per parlare in confidenza.
Electra resse il gioco. Fece finta di guardarsi intorno di sottecchi, poi si piegò verso di lui mettendo in mostra la profonda scollatura che accomuna i costumi da cameriera dell'intero universo.
<<Questa volta potrebbe non essere lei a subire il fascino della divisa..>> pensò Leander.
<<So tenere un segreto guardiamarina Arivoth..>> sussurrò sensualmente al suo orecchio <<puoi mettermi alla prova se vuoi..>> e gli sfiorò il dorso della mano appoggiata sul tavolino del bar.
Leander rimase in silenzio.
Probabilmente Electra intuì l'imbarazzo dell'ufficiale e si ritrasse, accompagnando il sinuoso movimemnto col suo miglior sorriso sornione.
Leander buttò giù l'intero bicchiere; il whisky gli bruciò gola e stomaco ma non bastò a farlo riprendere del tutto.
La splendida cameriera del New Atomic fece il giro del tavolo, mantenendo con Leander il contatto visivo. Appoggiò il fianco alla sua spalla destra si porse per raccogliere il bicchiere che,
con un movimento lento e morbido, appoggiò sul suo vassoio.
Si voltò nuovamente verso Leander e gli disse: <<Seguimi un attimo nel retro del locale; ho bisogno di un ragazzo forte che mi aiuti ad aprire una bottiglia..>>
Leander pensava di averla vista strizzare l'occhio destro mentre parlava ma non poteva giurarlo.. era successo davvero? O era solo effetto dei fumi dell'alcol?
Osservò Electra scivolare via dalla stanza col suo passo sinuoso e sparire dietro la porta che dava accesso alla stanza sul retro.
Lui aveva la gola secca. Deglutì.
Si fece coraggio: si alzò dalla sedia e la seguì fuori dalla stanza comune del bar.

Varcò la porta e la trovò appoggiata su un bancone con le braccia conserte e le gambe, lunghe e affusolate, distese ed accavallate.
<<Chiudi la porta, cowboy>> ordinò.
Leander obbedì.
<<E ricordati di respirare ogni tanto!>> aggiunse lei scoppiando a ridere.
Perfino in questa manifestazione di spontaneità Electra riusciva ad essere irresistibilmente sexy.
<<Non avrai creduto davvero che..>> disse lei.
Lui rimase a fissarla con la bocca semichiusa.
Lei si morse il labbro in un finto atteggiamento di pentimento misto a scuse: <<Oh Lean sei così caro.. e saresti anche il mio tipo ma.. sono impegnata e lui certamente non gradirebbe che le mie attenzioni fossero rivolte a qualcun'altro..>>
Leander si ricompose: <<Allora dovresti smetterla con questo lavoro.>> rispose abbozzando un sorriso.
Electra rispose di rimando, passandosi la mano tra i capelli: <<Non sai quante volte me lo ha chiesto..>>
Dopo un attimo di imbarazzo comune, Leander scosse la testa: <<Dai, allora tira fuori questo liquore così ostica da aprire.>>
Lei rise di nuovo.
<<Non scherzare, ti do l'impressione di una ragazza che ha bisogno di aiuto per aprire una bottiglia?>> chiese facendo finta di mettere in mostra i muscoli delle braccia.
<<In effetti>> pensò lui <<ammesso di non aver la forza sufficiente saprebbe convincere la bottiglia ad aprirsi semplicemente chiedendoglielo..>>
<<Sono il tuo alfiere di collegamento.>> disse.
Leander rimase interdetto.
Electra alzò gli occhi al cielo e fece una smorfia con la bocca: <<Sono il tuo contatto con la D.V.S.E.O.>>
<<Ah!>> rispose sorpreso Leander, che con lei avrebbe senza dubbio preferito un altro tipo di "contatto".
<<Ho l'ordine dell'Ammiraglio @Asamith di istruirti sulle metodologie di comunicazione base, parole d'ordine e frasi di passepartout. Luoghi di rendez-vous. Non ci metteremo molto se sei sveglio come dicono.>>
Nei dieci minuti che seguirono, nella sicurezza delle pareti insonorizzate del retro del New Atomic bar, Leander conobbe la vera Electra: precisa e affidabile.

<<E questo è tutto.>> concluse lei. <<Farò rapporto al comandante @Vroxigar. Gli darò feedback positivo sul tuo conto, non appena avrà terminato di cercare di rimorchiarmi per l'ennesima volta.. quell'uomo è veramente testardo, capisco perchè abbia fatto carriera in DaVinci. Ti contatterà lui appena lo riterrà opportuno.>>
<<Bene Electra ti ringrazio..>> le fece un cenno di saluto e si avviò alla porta ancora un po' incredulo su quanto era accaduto.
<<Leander..>> lo richiamò lei <<Sono passati solo pochi minuti.. ti consiglio di aspettare ancora un po' prima di uscire.. ci ha visti entrare qui insieme tutto il bar e.. sai com'è, non ci faresti una bella figura a..metterci così poco tempo..con me intendo..>>
Lui colse l'allusione; tornò indietro e si appoggiò al bancone di fianco a Electra. La guardava.
<<Come ci riesci?>> le chiese <<Come riesci a far finta che non ti importi di nulla quando sei la prima a preoccuparti?..>>
Lei abbassò lo sguardo e rimase in silenzio.
Lui la incalzò: <<C'è molto di più sotto quel tuo visino angelico.>>
Questa volta era lei ad essere a disagio e le sue guance lo testimoniavano acquisendo un colore rossastro.
Lui se ne accorse e cambiò volutamente discorso: <<Allora nell'attesa raccontami, dai.. come sei finita a collaborare con la D.V.S.E.O. ?>>
Electra tornò a sorridere, gli rivolse e disse ammiccando: <<Eh, caro Leander.. potrei dirtelo ma.. poi dovrei ucciderti.>>.
Poi aggiunse strizzandogli l'occhio (sì, questa volta ne era sicuro): <<Non mi constringerai a fare una cosa così crudele..>>
Ultima modifica di Leander Arivoth il domenica 26 novembre 2017, 20:36, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Leander Arivoth » venerdì 17 novembre 2017, 11:56

15 Novembre 3303, ore 21:45
Edificio in un punto imprecisato nel sistema Deciat
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L'edificio era fatiscente, probabilmente una costruzione che risaliva ai primi anni 3000; incredibile che fosse ancora in piedi.
Si capiva da molti particolari: muri ancora in pietra, spesse crepe lungo la parete occidentale, presenza di tapparelle.
C'erano ancora le finestre. O meglio, ci sarebbero state se non fossero andate distrutte dall'impietoso scorrere del tempo.
Il quartiere era semideserto e a quell'ora della notte insieme a lui c'erano in giro solo prostitute, spacciatori di Evalis e tossici.
Un lampione mezzo rotto illuminava la via ad intermittenza.
Osservò il pesante portone in legno: qualche crepa ma nessun cedimento strutturale, probabilmente era la cosa che aveva resistito meglio in quell'edificio.
Si guardò intorno, non scorse nessuno. Poggiò la mano sul legno, lo sentì molto freddo al tatto. Spinse con forza e il portone si aprì con un leggero cigolio. Entrò e lo richiuse repentinamente alle sue spalle.
La stanza era illuminata con luce fioca. Salì le scale circospetto e si recò nella seconda stanza sulla destra, come da istruzioni.
Bussò tre volte. Attese. Poi altre tre volte ed aggiunse ad alta voce: <<Sono Penny.>>
Sorrise pensando all'origine del protocollo di accesso che lui stesso aveva suggerito per quell'incontro.
Spinse la porta ed entrò nella stanza.
Le quattro figure sedute nella penombra abbassarono le armi e smisero di fissarlo.
<<Finalmente sei arrivato>> disse l'uomo seduto all'estrema sinistra del tavolo.
<<Tra di noi c'è ancora gente che lavora. Cos'è hai fretta di andare a letto?>> rispose senza batter ciglio.
<<Ahaahah, tranquillo, stavo scherzando.>>
Sorrise <<Lo so, lo so, amico mio.>>
<<Piuttosto, mi spieghi da dove diavolo ti è venuta in mente una "bussata" del genere?>> chiese l'uomo seduto di spalle.
Stranamente nella stanza c'era un lieve tepore, in netto contrasto con la temperatura esterna all'abitazione.
<<Da una serie TV della Terra anni 2000>> rispose mentre piegava il pesante cappotto. <<Si chiamava "Big Bang Theory" e mi sembrava un'azzeccata analogia. Degli "amici" seduti attorno ad un tavolo a "chiacchierare">>
L'uomo gli apparve perplesso.
<<Capirai se ne guarderai almeno un episodio. Lo danno ancora ogni tanto sul canale "Old Times", deciditi a sistemare la benedetta parabola ESX-CV sul tuo mercantile, è da secoli che hai problemi di ricezione.>>
<<E poi>> proseguì <<Manca ancora qualcuno. Non dovevamo essere in otto?>> prese posto al tavolo.
La figura al centro prese la parola: <<Siamo tutti, gli altri tre hanno avuto dei contrattempi, ma li aggiornerò io a cose fatte.>>
<<Ascoltate.>> aggiunse con aria grave; tutti i presenti si fecero attenti.
<<La situazione si è aggravata. Siamo in allarme nero. I >CLASSIFIED< sono alle porte e abbiamo degli indizi che ci fanno pensare che una parte dei guai che ci siamo trovati a fronteggiare in questi giorni nei sistemi sotto il nostro controllo siano opera loro.>>
Fece una pausa ad effetto; era bravo non c'era che dire, sapeva come coinvolgere l'attenzione della gente e come porre l'accento su specifiche parti del discorso.
<<Sono qui per proporvi una serie di azioni top secret e ad alto rischio. Non vi mentirò, qualcuno potrebbe non tornare e queste attività non sono a conoscenza nè tantomeno approvate dal Consiglio.>>
<<Che novità.. e quando mai ce ne ha proposte di approvate.>> disse l'uomo a sinistra.
Seguì una risata generale.
Anche l'uomo che parlava sorrise, era una buona battuta e serviva per allentare la tensione.
Continuò: <<Inutile dirvi che se verrete scoperti la corp. negherà ogni coinvolgimento. Là fuori saremo soli, nessun aiuto, nessuna celebrazione se avremo successo.>>
Si appoggiò sullo schienale: <<Siete qui perchè siete degli ottimi candidati, voi sapete a cosa mi riferisco. Se decidete di continuare, sapete a cosa andrete incontro. Se non siete d'accordo o non ve la sentite siete liberi di alzarvi e amici come prima, nessuno vi biasimerà.>>
Fece un'altra pausa ad effetto, si piegò in avanti verso il resto del gruppo: <<Ma se rimanete sappiate che si continua fino alla fine.>>
Bevve un sorso di liquore e si aqquietò. La sua parte era fatta, ora scrutava i presenti uno per uno, in attesa di una risposta.
Seguirono alcuni secondi di silenzio, che apparvero lunghi come giorni interi. Ognuno pensava a pro e contro della questione.
Ruppe il silenzio: <<Mi aveva già convinto a "allarme nero". Appena sulla nave studio un piano di attacco da proporre.>>
<<Anche io ci sto>> disse l'uomo di spalle.
<<Sono dentro anche io>>.
<<Figuriamoci se me lo perdo>> fece eco l'ultimo dei presenti.

I cinque si strinsero la mano, sugellando un patto che li aveva resi per sempre fratelli di sangue.

Le parole gli uscirono spontanee dalla bocca: <<Sembriamo quasi l'A-Team>>
Si guardò intorno e con sua grande sorpresa tutti avevano colto la citazione.. effettivamente si trattava di un telefilm anni 1900 che era famoso in buona parte dell'universo civilizzato.
Nessuno conosceva il motivo per cui avesse avuto così tanto successo.
<<L'iniziale del suo nome calza alla perfezione>> disse rivolto alla figura al centro del tavolo <<e se lei fumasse il sigaro sarebbe perfetto.>>
Seguì una seconda risata generale che spezzò ancora una volta la tensione.
<<Ma io fumo il sigaro.>> rispose soddisfatto.
<<Avremo bisogno di nomi in codice, no? Direi che Hannibal per lei è perfetto.>>
Tutti annuirono.
<<Allora io mi prenoto per Sberla.>>
<<Io opterò per Keller.>>
Ci pensò un attimo, sorrise: <<Amici miei, allora per questa tornata potete chiamarmi Murdock.>>
Ultima modifica di Leander Arivoth il domenica 26 novembre 2017, 21:48, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Feudaltuna » venerdì 17 novembre 2017, 17:21

15 Novembre 3303, ore 21:45
Edificio imprecisato nel sistema Deciat

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Il puzzo di quel luogo abbandonato da qualsiasi divinità conosciuta era qualcosa di tremendo: "Mamma che schifo". Non che il panorama prima di arrivare nel luogo prestabilito per l'incontro fosse stato meglio: tossici, senza tetto che frugano in mezzo il lercio, prostitute da quattro soldi, storpie e portatrici di chissà quali malattie esotiche solo a guardarle. Il luogo ideale per una riunione di cui nessuno deve sapere nulla.

Si presenti a tal ora in tal posto <le coordinate erano criptate, ovviamente>


L'invito tanto agognato alla fine era arrivato o almeno così mi pareva. Anche se dall'espressione sul viso mentre varcava una porta che a stento si reggeva ancora in piedi non era di quelle rosee: timore e preoccupazione erano dipinti sul suo volto. "Cosa diavolo ci faccio qui".

"Oh, finalmente ci conosciamo..." . Una voce lo distoglie dall'sservarsi attorno. Una voce avvolta in una mezza oscurità. "Ero indeciso se ucciderla o portarla qui", prosegue "ma ormai si accomodi e attenda l'arrivo degli altri".

"Lei è...?" Lo stupore è fisso nei suoi occhi... "La immaginavo più alto". "Vuole che cambi idea sull'omicidio?" e una risata malefica subito dopo.
Un sorriso storto appare sul mio viso, ma non ho il tempo di replicare che, in rapida successione, si presentano gli altri invitati al "party".
Pochi convenevoli, qualche battuta tra persone che evidentemente si conoscono da prima: "No, sicuramente tiro fino a tardi e sbronzo più di lei", rispondo a muso duro a una battuta di rimando.
In quell'atmosfera cupa capisco che si fa sul serio, che il sudore di tante ricerche e non tanto velate minacce ha sortito i suoi effetti
"Ci sto", dico fermamente convinto al patto che mi è appena stato proposto, sguardo determinato.
"Allora io mi prenoto per Sberla", dico alla fine dell'incontro, quando si fa il giro dei nomi in codice. "Sberla",
, mi dico mentre cerco di raggiungere la civiltà e la mia nave in mezzo a tossici e puttane, "che cazzo di soprannome..."
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Non c'è niente di misterioso per un marinaio se non il mare stesso, che è padrone della sua esistenza e imperscrutabile come il destino

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Messaggioda Welser » venerdì 17 novembre 2017, 18:04

Legenda:
<< = Discorso Diretto
** = Pensiero
°°° = Note Tecniche, esenti dal GDR. Facilitano la narrazione.

13 Novembre 3303, ore 19:45
ITO Orbital, Rhea

**Certo è che questa conda sta cadendo a pezzi, devo sistemarla. Ha anche i cavi che penzolano dalle paratie, ma prima o poi la metterò a posto. Si, come dovevo montare il nuovo FSD nel Sidewinter due anni fa, che alla fine poi l'ho venduto. Aaaah non ne finisco mai una, è incredibile.**
Mentre stava cercando di capire da dove cominciare, ad un tratto, il pannello delle comunicazioni si illumina.
==
Inserire codice di autorizzazione
==
**Codice di Autorizzazione? Ma sono un semplice guardiamarina, non ho autorizzazioni speciali.. Vuoi vedere che quello schifo si è rotto di nuovo? Vabbè, proviamo comunque...**
Si rivolse verso la console di comando e disse ad alta voce:
<<Autorizzazione DaVinci Sisko Uno Cinque Sette Alfa>>
==
Elaboro....Impronta vocale confermata. Benvenuto Guardiamarina #CLASSIFIED#
==
### Incoming Transmission ###
Guardiamarina #CLASSIFIED#, sono l'Ammiraglio #CLASSIFIED#.
E' invitato a partecipare ad una riunione nel sistema Deciat, seguiranno dati per permetterle di rintracciare il luogo preciso.
### End Transmission ###

#CLASSIFIED# cominciò a preoccuparsi, perché non era mai stato invitato a nessuna riunione. Come avrebbero potuto, un semplice guardiamarina non ha diritti particolari. Tuttavia comprese le parole dell'ammiraglio, e pensò:
**Sei invitato.. buona questa.. Sarà meglio prendere l'ASP e raggiungere le coordinate prefissate.. Chissà cosa mi aspetta....**

15 Novembre 3303, ore 21:45
Edificio imprecisato nel sistema Deciat


Raggiunte le coordinate si intravede un rudere, talmente fatiscente che pensavo avessi letto la mappa al contrario. Ma ormai ero lì, valeva la pena di provare a dare uno sguardo..
Per fortuna era il posto giusto.

°°°Leggere il Post di Leander per la prima parte°°°

Dopo aver sorseggiato altro liquore, Hannibal continuò:
<<Purtroppo ci toccherà restare qui per questa notte. Far atterrare le nostre navi nei pressi della struttura dove ci troviamo potrebbe insospettire i locali, meglio non attirare l'attenzione. >>
==
<<Signore io ho la nave qui fuori, dietro il capannone. E' un Condor della mia Anaconda, che mi aspetta in orbita. Posso tornare nel frattempo?>>
==
<<Niente signore e sì, vai pure Sberla.>>
==
<<Io col cavolo che mi faccio altri 10Km a piedi per tornare sulla nave. Domani, alle prime luci dell'alba, ne approfitteremo per andarcene in silenzio.>>
==
<<Già, tra drogati, pusher e prostitute non so cosa è meglio. Meglio aspettare che la brava gente del posto vada a dormire. Per gli altri, beh, probabilmente neanche sanno come si chiamano.>>
==
Tutti gli altri annuirono.
La squadra appena formatasi decise di passare la notte nella baracca che, paragonata ai -5°C dell'esterno, non era poi così male con il convettore attivo. Dopo aver consumato dell'ottimo cibo, preso dal replicatore portatile, è tempo di parlare di cose serie...

°°° Segue.



### Archivio Intelligence 49348.3 ###
Luogo della Riunione
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Messaggioda Leander Arivoth » domenica 26 novembre 2017, 21:49

26 Novembre 3303, ore 10:10
Sistema Nenexo - Peano Vista - Appartamento di Leander Arivoth
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Riprende gli eventi narrati qui:http://www.davincicorp.it/forum/viewtopic.php?f=43&p=23619#p23619
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<<Va bene Amelia, incrocia i dati e simula lo scenario di guerra un'altra volta. Ricordati di aggiungere le costanti di Urkhon e le formule delle tracciature termiche di Maxbadd all'equazione.>>
Leander chiuse il rubinetto dell'acqua, uscì dalla doccia e si avvolse l'asciugamano intorno alla vita.
Sapeva che la sua IA avrebbe avuto da fare per almeno un paio di ore, tempo che avrebbe utilizzato finalmente per rilassarsi un po'..
Ma.. il citofono del suo appartamento suonò.
Leander sbuffò, ma non fece in tempo a riordinare le idee che il citofono trillò nuovamente.
Si avvicinò al tavolino della camera da letto e chiuse in tutta fretta il monitor del suo portatile: non era il caso che le informazioni visualizzate fossero viste da occhi indiscreti.
Ancora un suono del citofono, questa volta più lungo dei primi due.
Evidentemente qualcuno aveva fretta.
Leander sfiorò un tasto sul muro e il video-spioncino proiettò l'immagine del suo prossimo ospite: un uomo sui 25 anni, di corporatura media con pizzetto e occhiali da sole. Lo sguardo di Leander indugiò sul giaccone che riportava le holo-insegne Da Vinci.
L'uomo sembrava visibilmente agitato.
Non capitava tutti i giorni di ricevere visite dalla corp. e Leander rimase per un attimo sovrappensiero.
Un nuovo trillare del campanello lo riportò alla realtà e il guardiamarina aprì a metà la porta di ingresso.
<<Buongiorno, desidera?>> chiese.
<<Ciao Leander come va?>> rispose lo sconosciuto.
Leander rimase perplesso, si aspettava una risposta più formale. Sembrava inoltre che quell'uomo lo conoscesse. E adesso che lo sentiva, il suono della sua voce gli appariva familiare.
L'uomo sembrò percepire l'incertezza di chi gli era di fronte e si affrettò ad aggiungere: <<Ma dai, sono io! @Welser!>>
Leander trasalì: <<Ma certo, non ci si vede dai tempi dell'Accademia.. cos'era? Analisi Tridimensionale?>>
<<Ma no, era il corso di Scienze Strategiche!>>
<<Ecco giusto!>>
<<Sembra il vero @Welser.. se non lo è ha fatto un buon footprinting>> pensò Leander tra se e se. (NdA: "footprinting" è intesa come la fase di raccolta informazioni nel campo dell'ingegneria sociale)
<<Che ci fai da queste parti? Prego, accomodati.>>
Dopo l'ingresso di @Welser, Leander diede una rapida occhiata al corridoio esterno; non vide nessuno, quindi chiuse la porta.
Riprese il discorso.
<<Allora come mai qui?>>
I due si accomodarono al tavolo posto nella sala da pranzo, l'uno di fronte all'altro.
<<Niente mi trovavo in zona e ho pensato di fare un salto a trovarti, per vedere se ti andava di bere qualcosa insieme.>>
<<Idea ardita, alle 10:15 del mattino.>>
<<Ehm, sì, magari non subito.. pensavo che potevamo ricordare insieme i bei vecchi tempi dell'Accademia..>>
<<Perchè no, tipo quella volta che avevano crackato il digipuntatore del Prof. Eisen.. si chiamava Eisen vero?>>
<<Ahahaha, sì ricordo.. aveva quasi rischiato di perdere un dito il poveretto.. se non altro adesso con l'indice non lascia più le impronte digitali quando tocca qualcosa.>>
@Welser fece una pausa. Poi aggiunse: <<Com'è finita poi con quella tipa, Rosaline? Vi siete mollati o..>>
<<Intendi dire Marianne.>>
<<Sì, giusto Marianne.>>
Il suo interlocutore stava sudando.
A Novembre.
Su Nenexo.
E Leander non teneva mai il riscaldamento particolarmente alto.
Portò istintivamente la mano alla coscia destra ma si maledisse mentalmente quando non trovò la sua pistola. Dopotutto, in quel momento, indossava solo un asciugamano.
<<Sì, ci siam lasciati di comune accordo.>> rispose. <<Ma facciamo un giro. Dammi un attimo che mi cambio.>> Leander si alzò dalla sedia diretto in camera. Si accorse che la pistola era nella fondina appoggiata su un mobile in cucina.
<<Ma che sbadato @Welser cosa posso offrirti? Vuoi qualcosa da bere, un caffè..>> Leander non attese la risposta dell'amico e usò questa scusa per dirigersi in cucina.
<<No, no ti ringrazio sono a post..>>
Ma @Welser non fece in tempo a terminare la frase: Leander con un movimento rapido aveva preso la fondina, estratto la pistola e ora gliela puntava contro.
<<Uouououo.. calma amico che sta succedendo?>>
<<Dimmelo tu cosa sta succedendo.. ti presenti qui a casa dopo anni che non ci sentiamo neanche, con una scusa che fa pena e teso come una corda di violino..>>
@Welser riflettè: il suo interlocutore non aveva poi tutti i torti.
<<Va bene, va bene, te lo dico a basta.. sono venuto qui in veste semiufficiale per..>>
<<Sì, ma mentre me lo spieghi, mani in alto, AMICO..>>
<<Ok..ma diciamo che in questo momento .. non posso.>>
<<In che senso non puoi?>>
<<Ecco, mettiamola così.. potrei avere in mano qualcosa che minerebbe ulteriormente la tua fiducia nei miei confronti..>>
<<Buttala a terra, Wels..>>
A queste parole seguì un tonfo. La pistola di @Welser giaceva ora immobile vicino ai suoi piedi.
<<E' che non sei mai stato così "servizievole".. mi sono insospettito.>> cercò di giustificarsi il guardiamarina A.T.M. scrollando le spalle.
Leander piegò leggermente la testa di traverso mentre continuava a fissarlo.
@Welser alzò le mani sopra il tavolino e poi proseguì: <<Dicevo, sono qui in veste semi ufficiale per parlarti di un'opportunità che la DaVinci può offrirti.. avrai sicuramente sentito parlare dell D.V.S.E.O..>>
Leander si fece più attento e annuì.
@Welser continuò: <<Da quello che ho capito stanno rivoluzionando un po' tutto e hanno bisogno di gente che ha voglia di fare e che crede negli ideali giusti.>>
<<Come me e te, lasciami indovinare.>> lo interruppe Leander.
<<Ma certo e chi se no! Mi hanno mandato qui apposta per..>>
<<Ma per cortesia, mi avevano detto che ero sotto esame e che sarebbe successo qualcosa di strano, ma non pensavo ad una cosa così "maldestra".>>
Questa volta fu @Welser a sembrare interdetto.
<<Ma di che cazzo.. tutti guegli studi e quella matematica ti ha fritto il cervello, Leander!>> @Welser fece per alzarsi mentre Leander continuava a tenerlo sotto mira.
<<Non capisci che è un'occasione da non farsi scappare, dovresti essere entusiasta, camminare ad un metro sopra terra..>>
Il buon vecchio @Welser.. com'è che lo chiamava ai tempi dell'Accademia? <<Ah sì, "Mr. Cipensoio">>
<<..e tu invece sei lì che perdi tempo e mi punti una pistola stordente addosso e..>>
<<Cristo Wels, ma tu ci credi davvero allora.. o ti hanno fatto il lavaggio del cervello oppure ancora sei un attore fenomenale.>>
Fece una pausa, poi proseguì: <<Ho già avuto un contatto con la D.V.S.E.O., ho superato il "colloquio", come lo chiamano loro.>> (NdA: leggere i fatti risalenti al 30 Settembre 3303 qui: viewtopic.php?t=1932&start=10)
@Welser rimase come impietrito.
<<E siediti per cortesia, non costringermi a spararti.>>
<<Ma.. allora..>>
<<Siediti ho detto.>>
<<Non ci penso proprio.>>
<<Siediti..>>
La situazione stava diventando tesa.
<<Ma allora potresti essere tu la mia prova..>>
<<Io? Ma come ti viene in mente, qui sei tu che ti sei sparato migliaia di chilometri per venire qui e..>>
<<Devo andare!>>
<<Ho detto siediti, maledizione, altrimenti..>>
L'holo-comunicatore di @Welser poggiato sul tavolino squillò. Sul display apparve la faccia di @Asamith.
I due si scambiarono uno sguardo stralunato.
<<Buonasera ad entrambi, guardiamarina.>> era @Asamith a parlare dal terminale, ma senza che nessuno avesse accettato la chiamata.
<<Tecnologia D.V.S.E.O.>> avrebbe detto probabilmente @Asamith se qualcuno gliel'avesse chiesto.
<<Leander, fa una cortesia ad entrambi ed evita di fulminare il povero Welser, dice la verità per quello che ne sa. E' una buona promessa per la sezione, sarei dispiaciuto in caso di una sua prematura scomparsa. Specialmente se non ne siamo noi la causa.>>
Leander abbassò l'arma.
<<Sono contento che dopo molto tempo vi siate ritrovati. Passate a trovarmi tra un paio di giorni, potrei avere qualcosa da raccontarvi. Per il resto, buona giornata e fate i bravi.>>
La comunicazione si chiuse.
Leander e @Welser rimasero a fissarsi inebetiti e un po' incerti su cosa realmente stesse accadendo.
<<Beh, comunque è bello rivederti @Welser. Se non altro sembra che ci siamo dentro insieme.>>
@Welser raccolse la sua pistola: <<Almeno potremmo guardarci le spalle a vicenda.>>
<<Ma quindi non hai ancora sostenuto il "colloquio" con l' "esaminatore".>>
<<No, di che si tratta?>>
<<Lo vedrai presto, amico mio.>>
@Welser lo guardò dubbioso. Poi aggiunse: <<Andiamo va, ti offro davvero un bicchiere, anche se è mattina. Ne ho bisogno, ho rischiato seriamente di beccarmi una scarica stordente dalla tua pistola e, credimi, non è una sensazione che sia ha voglia di riprovare.>>
Leander guardò il minidisplay della sua arma dove lampeggiava la scritta "letale".
<<Sì, ci sei andato davvero vicino.>> disse. <<Dammi un attimo e sono da te.>> e sparì in camera da letto portandosi dietro la pistola.
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[DIARIO DI BORDO] - CMDR Leander Arivoth

Messaggioda Leander Arivoth » lunedì 11 dicembre 2017, 23:49

04 Dicembre 3303, ore 10:15
Sistema Nenexo - Ciferri Ring - Quartier generale A.S.E.
---

<<Buongiorno Sally.>>
<<Oh, buongiorno Leander.>> disse la segretaria distogliendo lo sguardo dal monitor.
Si aggiustò gli occhiali sul naso: <<Si accomodi pure, il Capitano Skyrider dovrebbe poterla ricevere a momenti.>>
<<Grazie.>>
Leander prese posto un po' nervosamente su una delle sedie di fronte alla scrivania dell'attendente di @Wedge Skyrider .
Lei inarcò il sopracciglio e, dopo un attimo, riprese a battere sulla tastiera totalmente assorbita dai dati e i grafici visualizzati sullo schermo.
Lui approfittò della vicinanza per osservarla: era di bella presenza, sulla trentina, capelli corvini ben curati.
Aveva dei lineamenti dolci ma allo stesso tempo ostentava sicurezza.. un misto di femminilità e professionalità che, malgrado la giovane età della donna, avevano sicuramente fatto girare la testa a più di un uomo.
Leander si sorprese a pensare che il capitano avesse dei buoni gusti in fatto di donne.
Scacciò quel pensiero; la sua mente indugiò sui particolari della stanza, qualcosa era cambiato dall'ultima volta.
Un nuovo tavolino? La pianta grassa posta nell'angolo a sudest era cresciuta?
Non erano state molte le occasioni in cui Leander era rimasto in attesa in quella sala: Wedge preferiva degli incontri più informali e doveva esserci una motivazione di un certo rilievo dietro quell'invito.. o meglio, l'ordine, di essere raggiunto al quartier generale A.S.E.
Leander aveva cominciato a pensare, dalla sera prima e durante tutta la notte, alle potenziali motivazioni che lo potevano volere lì: non gli risultava avesse contravvenuto a nessuna regola interna della corp.; non era stato più richiamato per schiamazzi durante la notte e non aveva mancato di rispetto ai superiori in alcun modo.
I suoi pensieri furono interrotti dalle urla di Wedge le cui parole giunsero nitide fin nella sala d'attesa.
La sua stanza aveva le pareti insonorizzate.
E la porta era chiusa.
E superavano di molto anche la musica che proveniva dalla radio posta sulla scrivania di Sally.. Bach, probabilmente.
L'ansia bussò alla porta di Leander.
Dopo circa dieci minuti di urla continue, fu però un'altra porta ad aprirsi: dalla stanza del Capitano Wedge emerse un giovane uomo, un cadetto A.S.E. chiaramente, che camminava mesto con gli occhi rivolti verso il basso. Evitò i mobili in maniera quasi istintiva e, senza sollevare lo sguardo da terra, salutò con un filo di voce e sparì dalla stanza.
Nel mentre il ragazzo, Leander era pronto a giurarlo, non si era preso la briga di respirare.
<<Il Capitano è libero e può riceverla. Prego Leander, si accomodi.>> disse Sally senza sollevare gli occhi dal monitor. Indicò distrattamente con la penna ohmica che aveva in mano l'ufficio del capo.
Con queste premesse e temendo che quella potesse non essere la sua miglior giornata, Leander si alzò pesantemente dalla sedia e si diresse verso la stanza di Wedge.
Fece un profondo respiro: <<Con permesso..>> disse, entrò e si chiuse dietro la porta.
Si posizionò ritto in piedi di fronte alla scrivania dell'ufficiale, in attesa.
Wedge appariva ancora un po' alterato. Evidentemente il cadetto doveva aver fatto o detto qualcosa di grosso, di solito il Capitano manteneva dei modi affabili anche in situazioni "sconvenienti".
<<Oh, giusto, Leander, accomodati pure.>> disse seccamente.
Obbedì.
Leander aveva il volto un po' tirato: riusciva a nascondere abbastanza bene il turbinio di emozioni che provava, ma con le mani stringeva i braccioli della sedia.
<<Che in qualche modo siano trapelati dettagli sui fatti di >CLASSIFIED< ? >> pensò.
Rabbrividì.
<<Bene. Scacciamo via questi brutti pensieri.>> fece una pausa. <<Sai, i cadetti più libertini vanno disciplinati, anche questo è compito dei più alti in grado.>> disse Wedge accennando un sorriso.
Leander si rilassò: <<No, nessuna fuga di informazioni.>>
<<Mi sembra giusto, signore.>> rispose.
<<Chiamami Wedge.>>
<<Chiamami.. Wedge?>> pensò. Si conoscevano da mesi ma il Capitano, pur sempre cordiale, non gli aveva mai concesso questo "lusso".
Il Capitano proseguì: <<Sono contento che ti trovi in accordo sui compiti da ufficiale perchè, da oggi, saranno più che mai anche i tuoi.>>
Wedge aprì il cassetto alla sua destra e ne estrasse un piccolo cofanetto lucido che recava il logo della corporazione; lo aprì e lo porse a Leander.
All'interno erano contenute le holo-insegne DaVinci da Tenente.
Il Capitano si schiarì la voce e proseguì in tono solenne: <<Leander Arivoth, la nostra amata corp. le riconosce il grado di Tenente. Per il coraggio e l'abnegazione dimostrata, l'aver saputo anteporre il bene del gruppo a volte a discapito del suo e per il lavoro svolto per la Da Vinci.>>
Fece una pausa e la sua voce si fece meno rude:<<Sei con noi da poco più di sei mesi e hai saputo dimostrare il tuo valore molto in fretta. E' per me un piacere consegnarti i nuovi gradi.>>
Leander era senza parole.
Con la mano tremante prese il cofanetto e istintivamente portò la destra alla fronte, facendo il consueto saluto militare.
<<Grazie Capitano, per me è un onore..>> sono le uniche parole che riuscì a balbettare.
Wedge ricambiò velocemente il saluto e gli porse la mano. Il novello tenente gliela strinse con forza.
Wedge trattenne la mano e si porse verso Leander. Lo guardava fisso negli occhi mentre diceva: <<Congratulazioni Tenente Arivoth. L'A.S.E. e la DVC si aspettano molto da lei! Non si adagi sugli allori e continui a portare alto il nome della Corp.>>
<<Non la deluderò, signore!>> rispose entusiasta Leander.
<<Bene. Come accennavo prima con l'aumentare del grado aumentano anche le responsabilità. In aggiunta ai nuovi compiti che ti toccherà assolvere e delle innunmerevoli gatte da pelare,>> e qui Wedge era passato ad un tono decisamente più informale <<abbiamo deciso di nominarti tutor di una delle nostre nuove leve.>> Si appoggiò allo schienale della poltrona e si mise a braccia conserte.
Leander si fece attento.
<<E' un sottufficiale ben disciplinato e un'ottima promessa per la corp. Fungerà da tuo attendente e ti aiuterà a gestire tutte le scartoffie che dovrai compilare d'ora in avanti; di contro sarai responsabile della sua formazione e del suo comportamento.>>
Wedge pigiò il pulsante sull'interfono appoggiato sulla sua scrivania: <<Sally, fai entrare il guardiamarina Maxwell.>>
<<Leander ti presento il Maresciallo Maxwell. Luna Maxwell.>>
Con sommo stupore del neo tenente, una splendida donna tra i 25 e i 30 anni varcò la soglia della stanza e camminò con passo deciso verso la scrivania. Era alta sul metro e settanta, capelli rossi raccolti in un'unica treccia e occhi color verde scuro; una spruzzata di lentiggini le adornavano le guance.
Leander si alzò in piedi, si girò verso Luna e le strinse la mano.
Era in imbarazzo.
<<Piacere tenente, congratulazioni per la sua promozione. Capitano Skyrider.>>
Gli occhi di Leander saettavano da Luna a Wedge e viceversa. Le emozioni provate si stavano dimostrando decisamente troppo per quella giornata..
Wedge rispose a Leander con il sorriso tipico dell'"uomo di mondo" e li congedò entrambi.
I due uscirono dalla stanza e salutarono Sally.
Leander era ancora un po' frastornato quando Luna decise che era arrivato il momento di rompere il ghiaccio: <<Tenente Arivoth, a quanto pare questa sarà la nostra prima notte insieme.>>
A queste parole Leander smise di camminare, si voltò a guardarla, gli occhi sbarrati.
<<Intendevo dire che dormiremo insieme!>> si affrettò a correggere Luna.
Poi si fermò a sua volta e abbassò gli occhi. Un lieve rossore colorava le sue guance: <<Sulla stessa nave. Intendevo sulla stessa nave.>>

Mar. Luna Maxwell in abiti civili
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[DIARIO DI BORDO] - CMDR Leander Arivoth

Messaggioda Leander Arivoth » giovedì 21 dicembre 2017, 12:07

Tratto dal filone GDR "Generazioni":
viewtopic.php?p=23972#p23972
--



##### Vascello DVC Aiur #####
Orbita bassa pianeta [Classified] - Pegasi Sector

La porta della plancia si apre con un sibilo, lasciando entrare l'Ammiraglio @Asamith.

"Vroxigar, ti trovo in forma."

"Ammiraglio. Non l'aspettavo, benvenuto a bordo."

"Ero di passaggio, per così dire."

Mi chiedo chi abbia avuto alle calcagna negli ultimi mille, duemila anni luce, ma decido di non indagare oltre.

"Visto che è a bordo, vuole pensare lei a..."

Asamith mi interrompe sollevando la mano. "A te l'onore. Come ti ho detto, sono solo di passaggio."

"Comandante, il Tenente @Leander Arivoth ha attraccato."

"Da solo?"

"Ho solo corretto leggermente l'assetto."

"Non c'è bisogno che lo sappia."

"Naturalmente, Comandante."

Passano pochi istanti e la porta della plancia si apre per la seconda volta. Il Tenente è visibilmente teso, ma saluta marzialmente in maniera impeccabile. Cerco di metterlo a suo agio.

"Tenente, riposo. Come è andato il viaggio?"

"Nessun imprevisto, Signore. Grazie per l'interesse."

"Si rilassi Leander. Prima di passare al motivo che mi ha spinto a convocarla, mi preme rammentarle che qualcunque cosa verrà detta nel corso di questo incontro deve rimanere assolutamente riservata."

"Certamente, Signore."

"Bene. Direi che possiamo procedere." Mi volto per richiamare l'attenzione di Asamith che, alle mie spalle, guarda assorto verso l'esterno, fissando, con un lieve sorriso, il punto esatto dal quale poco prima è emerso dal salto FSD. Decido di lasciarlo ai suoi pensieri, ben sapendo che se necessario interverrà senza bisogno di essere chiamato in causa. Cominciamo.

"Tenente Arivoth, innanzitutto vorrei che mi fornisse un rapporto sintetico delle attività dei [Classified]delle ultime tre settimane. Naturalmente ho letto il suo rapporto, ma vorrei sentirlo da lei. Condisca tutto con le sue impressioni personali."

Nei cinque minuti successivi prestai attenzione più a Leander che al rapporto. La sicurezza con la quale mi fornisce una panoramica precisa ed essenziale della situazione, snocciolando i punti cardine della tattica dei [Classified], nonchè una proiezione riguardo i loro prossimi, probabili, movimenti ed una serie di considerazioni in merito alle possibili contromosse che potremmo attuare per contrastarli, mi conferma che potrebbe essere la persona adatta al ruolo che voglio affidargli.

"Grazie Tenente. Non c'è che dire, pare sia portato per questo tipo di incarichi. Fino ad ora ha concluso con successo ogni missione le sia stata affidata. Apprezziamo la sua capacità di analisi e la chiarezza con la quale riporta le informazioni. Sopra ogni cosa, si è distinto per capacità organizzative e discrezione."

Le pupille di Leander di dilatano sensibilmente. E' emozione? Riconoscenza? Orgoglio? Probabilmente un mix di quello e molto altro. E' troppo furbo per non percepire che qualcosa sta per cabiare.

"L'Ammiraglio Asamith ed io abbiamo convenuto sul fatto che lei sia pronto ormai a fare un ulteriore passo. Lo potremmo definire un salto nel buio. Questa proposta le verrà fatta una sola volta. Se decide di proseguire, voglio che le sia chiaro che non c'è e non ci sarà mai più, per lei, un'uscita di sicurezza per allontanarsi da dove intendiamo portarla. Non è una metafora, un modo di dire: una volta dentro è per sempre; e la morte non è una scappatoia."

Osservo il Tenente Arivoth irrigidirsi al suono della parola "morte". Non credo sarà un problema, ma meglio assicurarsene.

"Teme la morte, Tenente?"

"No Signore. Non temo la morte."

"Beh, dovrebbe. E' subdola, audace e scaltra, e farà di tutto per agguantarla. Conoscerla, anche rispettarla, le sarà utile per starne alla larga il più a lungo possibile. Imparerà. Ad ogni modo, sappia che la osserviamo da tempo, al di là della sua vità al servizio della Corporazione. Sappiamo che ha dei conti in sospeso con il suo passato su Eranin. Il suo passato verrà cancellato. Cerca risposte. Cancelleremo le domande. Tutto ciò che ha fatto fino ad ora l'ha portata a questo incontro. Davanti a lei ci sono due porte. La prima la riporta a Guidoni, a casa. L'obbligo di riservatezza riguardo questo incontro resterà in vigore, ma potrà proseguire con le sue missioni, come sempre, come al solito. E' probabile che non vedrà mai più né me né l'Ammiraglio Asamith. L'altra porta, beh... per usare una vecchia espressione terrestre, la apra e vedrà con i suoi occhi quanto è davvero profonda la tana del Bianconiglio. Faccia la sua scelta, e la faccia adesso."

Data imprecisata
Vascello Aiur del comandante Vroxigar
---


Leander odiava trovarsi nella situazione di perdere il controllo del proprio corpo ma non poteva negarlo a se stesso, era agitato: il cuore che gli batteva a mille all'ora nel petto ne era una prova inequivocabile.
Un turbinio di emozioni, difficili da digerire in pochi secondi, lo colpì. Era stupito, orgoglioso, curioso, esaltato e spaventato nello stesso momento.
Chiuse gli occhi per un istante e tirò un profondo respiro, riacquistando il controllo della sua mente così come l'esperienza e la scuola ufficiali gli avevano insegnato a fare.
Non era stupido e sapeva, in cuor suo, che quella scelta avrebbe segnato per sempre la sua carriera e, prima ancora, la sua vita.
Sorrise pensando alla superba citazione fatta dal comandante: da piccolo sua madre gli aveva letto "Alice nel paese delle meraviglie" e "Matrix" era uno dei suoi film retrò preferiti.
Serrò i pugni e alzò nuovamente la testa incrociando lo sguardo dell'Ammiraglio @Asamith e successivamente quello di @Vroxigar e disse: <<Non rivedere più nè lei nè l'Ammiraglio.. non mi tenti,comandante.>>
I due alti ufficiali accennarono una risata. Sorrise di rimando.
<<Credo di essere nato per questo. Scelgo la "pillola rossa".>>
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Messaggioda Leander Arivoth » martedì 16 gennaio 2018, 17:21


segue i fatti narrati nel thread: viewtopic.php?f=43&t=2216&start=20
16 Gennaio 3304, ore 09:15
Sistema Wolf 1230 - Satcher Dock - Banchina di carico
---


Chiuse la porta dietro di sè.
Uscendo dall'ufficio di @Sawyer, Leander era pensieroso; quella era una delle poche volte in cui aveva avuto a che fare di persona con l'Ammiraglio di Flotta.
Sebbene lo conoscesse poco, lo considerava da sempre un buon leader: calmo, riflessivo, di poche ma chiare parole. Ed in effetti anche il confronto di quella mattina non avevo tradito le aspettative: non era durato più di 10 minuti.
Rileggendo alcune vecchie holo-schede, Leander aveva scoperto che anni addietro Sawyer era stato uno dei principali sostenitori per la creazione della D.V.S.E.O. e questo non poteva che renderlo, inconsciamente, ancora più affine nei suoi confronti.
Già, la D.V.S.E.O.
Erano trascorsi ormai alcuni mesi da quando il suo trasferimento all'ufficio strategico era diventato esecutivo ma non poteva esimersi, ogni volta che ci pensava, di provare una punta di orgoglio e soddisfazione. Stimava senza dubbio tutti i suoi colleghi della corporazione, i suoi fratelli, a prescindere dall'area di appartenenza, ma la D.V.S.E.O... beh, era pur sempre la D.V.S.E.O.
E ora Sawyer gli aveva chiesto di vigilare e risolvere alcuni problemi a Hiranyaksha.
Era cosciente del fatto che il nuovo sistema di destinazione era stato oggetto negli ultimi tempi di presunti attacchi, mai ufficialmente confermati; che aveva dato non poche preoccupazioni alla corp., tanto da far mobilitare piloti eccellenti e proporre addirittura alcuni bandi interni, con obiettivi più o meno espliciti, che dovevano mettere a posto le variabili che nell'equazione del sistema proprio non tornavano.
Hiranyaksha era inoltre densamente popolato, a memoria Leander ricordava più di 17 milioni di abitanti che lo rendevano il sesto sistema in ordine di grandezza controllato dalla corporazione, tolti alcuni "mostri sacri" del calibro di Gwydans o Wolf 1230.
Era un posto strategico nel micro-cosmo davinciano, nonchè di una certa importanza storica (per motivi rigorosamente top secret) e tattica visto che vantava grosse industrie high tech, uniche per la corporazione e di difficile reperimento nei sistemi nel raggio di molte decine di anni luce.
Tutte queste motivazioni rendevano comprensibile il perchè il direttivo della Da Vinci tenesse così tanto alla sicurezza di Hiranyaksha.
Rabbrividì pensando all'incarico che aveva appena accettato e pensò, come era solito ripetergli il padre: <<Puoi farcela: molti nemici, molto onore.>>
Ed in effetti se gli stavano affidando quel compito probabilmente le alte sfere credevano che avesse le spalle grosse abbastanza da sopportarne il peso e poteva essere un'occasione per dimostrare..
Un rumore noto lo riportò alla realtà. Camminando sovrappensiero era arrivato all'hangar di Satcher Dock, da cui contava di ripartire a breve con il suo Bouképhalos.
Con la coda dell'occhio intravide un Asp Explorer che gli pareva di conoscere che si allontanava dal dock e ripartiva verso lo spazio con il suo inconfondibile rombo dei propulsori.
Leander estrasse dalla tasca il comunicatore: <<Luna, traccia gli spostamenti di oggi del comandante @Feudaltuna. Era il suo Seagull quello che è appena decollato da Satcher?>>
La risposta della sua attendente non tardò ad arrivare: <<Affermativo Tenente, il Seagull del comandante Feudaltuna è partito pochi minuti fa.>>
<<Destinazione?>>
<<Sa che non sono autorizzata a..>>
<<Inoltra la richiesta alla torre di controllo mediante i miei permessi D.V.S.E.O., codice alfa lima zulu sette.>> la interruppe Leander.
Un minuto dopo il Mar. Maxwell ricontattò Leander: <<Destinazione Wood Ring - Hiranyaksha, comandante.>>
<<Perfetto Luna, grazie. E' la mia stessa destinazione.>>
Riflettè per un attimo.
<<Abbiamo una conferma visiva che colloca Tuna qui sul posto. Possiamo dedurre che il dossier di Intelligence che mi hai lasciato ieri sulla scrivania sia attendibile e che quindi, molto probabilmente, anche @Welser sia qui o sia passato da qui questa mattina su invito di Sawyer.>>
<<Sembra sensato.>> rispose poco dopo Luna Maxwell. Quindi ha letto il mio rapporto.. pensavo che l'avesse ignorato..>>
<<Come avrei potuto, la tua documentazione è sempre molto ordinata e precisa. E poi ormai sono assuefatto a quelle "i" col cuoricino al posto del puntino.>>
Il silenzio che ne seguì tradì l'imbarazzo dell'attendente; Leander se la immaginò, seduta alla sua scrivania con le guance completamente rosse e non potè trattenere un sorriso.
<<Luna>> proseguì <<fai le valigie. Ci trasferiamo per un po' a Wood Ring.>>

Pochi minuti dopo Leander era a bordo della sua FAS alla volta di Hiranyaksha per seguire le nuove direttive di Sawyer.
<<Amelia, apri un canale di comunicazione crittato con l'Ammiraglio @Asamith.>>
<<Nessuna risposta, signore.>> fece eco l'IA dopo poco più di un minuto.
<<Va bene, allora inoltragli il seguente messaggio:>>

Buongiorno Ammiraglio, ho dato seguito alla convocazione dell'Ammiraglio Sawyer, come da programma. Mi è stato chiesto di seguire da vicino e risolvere alcuni problemi nel sistema Hiranyaskha.
Ho accettato, per il bene della DaVinci e spero di dare un contributo costruttivo alla corporazione; come da indicazioni mi sto spostando a Wood Ring. So che è molto impegnato, soprattutto in questo periodo. Mi sembrava tuttavia opportuno tenerla al corrente degli sviluppi.
La prego di comunicarmi eventuali dubbi in merito al mio nuovo incarico e se questo dovesse per qualsiasi motivo entrare in conflitto di interessi con la direzione e le attività in carico al nostro ufficio. Ho ragione di credere che anche i comandanti @Feudaltuna e @Welser siano stati convocati dall'Ammiraglio, ma non ne ho al momento la certezza. In caso di aggiornamenti non esiterò a comunicarglieli.



Attese qualche secondo.
<<Fatto Amelia?>>
<<Affermativo, comandante.>>
<<Molto bene. Quanto manca a Wood Ring?>>
<<10 minuti circa.>>
<<Perfetto, allora apri un canale criptato di videoconferenza con i comandanti @Feudaltuna e @Welser. Utilizza il protocollo di risposta forzata Sebin. Prendi i comandi della Bouképhalos quando hai fatto.>>

Pochi secondi dopo le facce dei due comandanti apparvero sullo schermo di fronte a Leander.
Erano entrambi straniti, probabilmente perchè si ritrovavano in una comunicazione video per cui non avevano premuto il tasto per la ricezione della chiamata o, addirittura, avevano cercato di rifiutarla.
<<Devo ricordarmi di ringraziare i ragazzi giù al centro di ricerca sperimentale.>> si appuntò mentalmente Leander.
Poi si mise comodo sulla sedia di pilotaggio: <<Buongiorno signori, scusate l'improvvisata. Abbiamo poco tempo e penso sia giunto il momento di giocare a carte scoperte.>>
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Messaggioda Leander Arivoth » lunedì 29 gennaio 2018, 16:57

Tratto da "L'Ascesa" - viewtopic.php?t=2385
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---
Cosa spinge un uomo a sacrificare la propria vita?
Difficile dirlo.. le motivazioni? Molteplici.
A volte il coraggio. Ideali. Desiderio di libertà.
Molto più spesso disperazione. Avidità. Accidia. Rabbia.
A volte può essere un gesto nobile; altre invece i motivi sono meno.. aulici.


Stephen O'drell era un ladruncolo da strapazzo. Ogni sera si aggirava nei vicoli più bui della stazione per derubare i poveri malcapitati; gente che faceva fatica ad arrivare alla fine del mese.
Picchiava i barboni, prendeva in giro i passanti. Causava risse. A volte rapinava qualche piccolo negozio o si lasciava andare a qualche atto vandalico del tutto gratuito.
Nel ventunesimo secolo ci si sarebbe potuti riferire a lui come il classico "rapinatore delle vecchiette che avevano appena ritirato la pensione", probabilmente facendogli un complimento.
Non aveva famiglia nè figli.
"Per fortuna!" avrebbero esclamato i benpensanti.
Insomma, una persona di cui nessuno avrebbe sentito la mancanza.
Quel giorno Stephen, conosciuto come "il topo" nell'ambiente, si aggirava circospetto in un vicolo secondario.
Continuava a guardarsi intorno. Sembrava ansioso.
Teneva la mano sinistra infilata nella tasca interna del giubbotto di pelle logoro; un leggero rigonfiamento tradiva la presenza di qualcosa di voluminoso che gli premeva contro il petto.
Il vicolo non era per niente affollato e gli alti edifici posti ai suoi lati erano un impedimento perenne ai raggi del sole artificiale. La combinazione di questi fattori unita all'ubicazione geografica contribuiva al particolare microclima, eccezionalmente freddo, che si era venuto a creare in quella zona della stazione.
Stephen rabbrividì mentre aumentava il passo per raggiungere la fine del vicolo. Era in ritardo.
La condensa del suo fiato era visibile e regolare ad ogni suo respiro. Si maledisse mentalmente per non aver indossato degli abiti più pesanti.
Dopo alcuni minuti di "trotterellata", giunse alla fine della strada.
Si appoggiò al muro e fece capolino fuori: un vociare assordante, grida di festa e rumore lo colpirono alle orecchie con la stessa forza di un pugno sul naso.
Si ritrasse. <<C'è tutta la fottuta DaVinci in festa>> pensò mentre un'espressione di disgusto compariva sul suo volto.
Sì perchè Stephen, il topo, odiava profondamente la DaVinci. Era un odio viscerale, che provava da tanto tempo ormai, tanto che se ne era dimenticato il motivo.
E Stephen, in aggiunta alle numerose qualità già elencate, era anche un giocatore d'azzardo.
Pessimo, ovviamente.
Due sere fa aveva deciso di giocare tutti i soldi che gli erano stati prestati dal più famoso e sanguinario strozzino della Guidoni, un tale conosciuto come "Robin Hood", che amava indubbiamente rubare ai ricchi ma, a dispetto del nome, quasi mai dava qualcosa ai poveri, preferendo tenere per sè e per la sua lussuosa vita tutti i proventi.
Malgrado il nome potesse suscitare un moto di ilarità, non era esattamente una persona con cui scherzare. Il fatto che fosse ancora "in attività" malgrado le forze di polizia ben addestrate del posto gli dessero la caccia, era un chiaro indicatore della sua.. perseveranza.
Dunque, Stephen aveva giocato e.. perso, ovviamente, tutti i crediti che gli erano stati "prestati".
Quindi, come patto tra gentiluomini impone, gli erano state prospettate due alternative: morire dopo lunghe e atroci sofferenze o fare un piccolo favore al boss.
Inutile dire che la scelta era ricaduta sulla seconda opzione.
Purtroppo il favore in questione era un attentato dinamitardo alla fazione numero uno dell'universo, proprio il giorno della sua consacrazione.
Un'assurdità penseranno in molti, ma non se dietro c'era Robin Hood e un altro paio di fazioni poco "contente" di questo nuovo risultato della DaVinci. Qualche telefonata e il topo era stato dotato di esplosivo non scansionabile, un pass di alto livello e un giubbotto schermato.
E quindi Stephen era lì che teneva d'occhio la folla e intanto armeggiava con l'ordigno che aveva addosso. Gli avevano detto di impostare il timer a 5 minuti una volta giunto in quella posizione e poi camminare come se nulla fosse verso il centro della festa.
Fece un profondo respiro.
Ormai non aveva niente da perdere.
In lontananza, tra le grida della gente, dei grossi altoparlanti annunciavano l'ingresso del leader DaVinci.
<<Ammiraglio @Frigna the Hutt, Sara Parker, GCN, auguri! La prego due parole per il nostro network! >>
Stephen estrasse la bomba dalla tasca del suo giubbotto e cominciò ad armeggiare per azionarne il timer.
Sentì un >tlac< che la sua mente ricondusse subito al rumore del cane di una pistola. Poi sentì il freddo metallo a contatto con la sua tempia destra.
Sì bloccò istintivamente e il suo corpo s'irrigidì.
<<Signor O'drell non trova che quest'oggi ci sia già abbastanza baccano nell'aria?>> gli sussurrò Leander.
<<Ascolti me, lasci perdere questo fuoco d'artificio. Aggiungerebbe solo ulteriore rumore.>>
Il topo lasciò cadere le braccia lungo il corpo.
<<Ecco, bene. Capisco che la vita sia stata abbastanza dura con lei e non si trovi in una "bella" situazione. Ma proprio non le posso permettere di rovinare un momento così bello, capisce?>>
<<D..d'accordo, d'accordo.. ma non mi uccida..>>
Leander riflettè sull'ironia delle sue parole: implorare per la propria vita quando fino a due minuti prima era pronto a morire in un attentato terroristico. Istinto umano.
<<Ci mancherebbe.. tra alcol e gioco d'azzardo le riesce bene da solo. Mi passi la bomba per cortesia.>>
Leander ripose con attenzione l'ordigno in una tasca della sua lunga giacca.
<<Ma.. come facevi a sapere che.. e tutte quelle cose sul mio conto..>>
<<Le basti sapere che i buoni non riposano mai.>> fece una pausa <<E che oggi, guarda caso, sono in libera uscita.>>
Stephen rabbrividì, ma questa volta non per il freddo.
<<Adesso venga con me O'drell. Abbiamo un sacco di cose di cui parlare.>>
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[DIARIO DI BORDO] - CMDR Leander Arivoth

Messaggioda Leander Arivoth » lunedì 5 febbraio 2018, 15:16


Tratto da viewtopic.php?t=2216&start=40
Sistema Hiranyaskha - Wood Ring - Centro di Comando Operativo DaVinci
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Leander era appena sbarcato sulla nuova stazione di collocamento.
<<Comandante Arivoth, bevenuto a Wood Ring.>>
<<Grazie Rebin. Svolge come sempre un ottimo lavoro, soprattutto per quanto concerne la logistica.>>
Il viso del sottoufficiale DaVinci si illuminò.
<<La ringrazio.>> rispose con un moto di orgoglio che riuscì a dissimulare solo in parte.
<<Per cortesia, si assicuri che il signor O'drell venga scortato in cella e che ci rimanga. Sicurezza livello 2, non va mai perso di vista.>> disse Leander indicando con la coda dell'occhio l'uomo in manette che fuoriusciva accompagnato da due soldati in assetto tattico dalla sua Corvette, la DVC Lioness. <<Passerò a trovarlo più tardi.>>
<<Agli ordini comandante. Nel frattempo mi sono preso la libertà di ordinare il riarmo e revisione completa per la sua nave e di predisporre tutto per il suo insediamento al nostro centro operativo.>>
<<Molto gentile. Mi affretto allora, immagino che ci sarà una pila di documenti che dovrò leggere entro sera.>>
<<Sì.. su per giù..>>
<<Allora sarà meglio che legga molto velocemente.>> Leander si congedò dal sottoufficiale e si recò nei suoi nuovi alloggi.

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Circa mezz'ora dopo, dodici strette di mano e otto nuove persone conosciute, Leander chiuse finalmente la porta del suo nuovo ufficio.
In un angolo erano poggiati i suoi bagagli, lo stretto indispensabile con cui era abituato a viaggiare.
Si lasciò sprofondare nella poltrona di pelle che torreggiava imponente dietro la sua nuova scrivania e nel mentre osservava la stanza. Un'enorme libreria alla sue spalle, piena di volumi; l'angolo con un paio di poltroncine ed un mobiletto bar, per conversare ed intrattenere ospiti di un certo livello. La massiccia scrivania in legno con la targa con il suo nome in bella vista, un holo-comunicatore da tavolo, il portatile di massima sicurezza e.. tre pile di documenti.
<<Figlio di..>> si lasciò sfuggire a denti stretti.
Estrasse un piccolo oggetto dalla tasca del suo cappotto. Lo accese e lo puntò lungo tutto il perimetro della nuova stanza.
<<Bene, non sembra ci siano cimici.>> disse tra sè e sè. Meglio essere paranoici su certe cose, D.V.S.E.O. docet.
<<Bell'ufficio, eppure un paio di modifiche le farei.>> stava pensando quando all'improvviso tutto intorno a lui tremò per qualche secondo.
Un paio di volumi caddero a terra dalla libreria alle sue spalle con un pesante tonfo.
Nemmeno il tempo di capire di cosa si fosse trattato che una seconda scossa, più potente della prima, pervase la stanza.
La spia rossa di massima allerta incavata all'interno della scrivania cominciò a pulsare.
Il rumore d'allarme pervase l'intero centro operativo.
All'holo-comunicatore apparve la sagoma di Rebin, profondamente scosso: <<Comandante, siamo sotto attacco! Dalla torre di controllo segnalano svariate navi di differente classe che ci cannoneggiano!>>
<<Ordini immediatamente lo stato di allarme generale. Inviare segnale di allarme al nostro ammiragliato e alla D.V.S.E.O.. Attivare procedure di contenimento di emergenza. Faccia decollare l'Emergency Response Team con effetto immediato. E.. si calmi Rebin.>>
<<Agli ordini!>> fu la risposta del sottoufficiale.
Un pensiero andò ai compagni @Feudaltuna e @Welser: <<Per l'amor di Dio, Ammiraglio @Sawyer, cosa sta combinando..>>
I pensieri di Leander furono interrotti dal bussare incessante alla porta.
<<Comandante Arivoth, apra! Operativi Thomson e Rainer, siamo la sua scorta personale.>>
Leander estrasse la sua fida Beretta, la puntò verso l'ingresso e premette il pulsante di rilascio delle porte d'ingresso.
Istantaneamente e senza curarsi della pistola puntata verso di loro ad altezza uomo, i due soldati si posizionarono ai lati del portone, di tanto in tanto mettendo fuori la testa il poco che serviva per scrutare il corridoio esterno.
Leander abbassò l'arma.
Premette il pulsante del comunicatore: <<Rebin, mi aggiorni sulla situazione.>>
<<Signore la battaglia là fuori imperversa, si parla di più di 34 navi pesantemente armate. I nostri sono decollati ma ci vengono segnalate perdite in volo e negli hangar. Un paio di navi da sbarco nemiche sono riuscite a forzare le nostre difese e attraccare. Ci hanno appena segnalato l'irruzione di alcuni uomini in assetto da guerra anche nel centro e..>>
Raffiche di mitra, urla e un tonfo.
La comunicazione si interruppe.
<<Rebin! Rebin!>>
Leander non ottenne risposta.
<<Va bene ragazzi, grazie per avermi raggiunto. Adesso andiamo a vedere come se la cavano, seguitemi e ..>>
I due soldati si guardarono.
<<Niente da fare comandante. Abbiamo l'ordine di tenerla al sicuro, non possiamo permetterle di muoversi di qua.>>
Leander non ebbe il tempo di replicare; videro un gruppo di una decina di assalitori sopraggiungere dal fondo del corridoio e dirigersi verso la loro stanza.
Fortunatamente un drappello di guardie DaVinci sbucò da un corridoio laterale andando ad intercettare gli invasori ed ingaggiando un combattimento che diede il tempo a Thomson e Rainer di chiudere la porta dall'interno, sprangandola.
Ancora una scossa, potente. Le navi a difesa di Wood Ring riuscivano a stento a tenere a bada gli invasori che, non appena si veniva a creare un varco, colpivano la stazione orbitale senza tregua.
<<Maledizione.. Luna!>> Leander provò a contattare la sua attendente, ma senza risultato. Nessun segnale.
Una raffica breve di mitra colpì il portone, sforacchiandola come un gruviera. Fortunatamente i proiettili non colpirono nessuno all'interno della stanza.
<<Rainer, vieni qui, dammi una mano a rovesciare questa scrivania. Venite entrambi a riparavi qui dietro.>> ordinò Leander.
Il soldato fece quanto ordinatogli.
Nel frattempo le raffiche di armi da fuoco provenienti dal corridoio e le scosse che attraversavano l'intero palazzo continuavano senza sosta.
La battaglia era al suo apice.
Poco dopo il rumore di spari cessò.
Una voce da fuori richiamò l'attenzione dei tre: <<Ce l'abbiamo fatta, potete uscire!>>
<<E' la voce di Tordor.>> disse Thomson.
I due soldati si avvicinarono al portone per verificare cosa stesse succedendo ed aprire al compagno.
All'improvviso un rumore di vetri infranti. Leander lo collegò all'enorme finestra posta alla fine del corridoio.
Poi un pesante tonfo.
<<Sparategli!>> era la voce di Tordor.
Varie raffiche e rumori metallici.
<<Ma che cazz..>>
Un attimo di silenzio.
<<Via di lì, via!..>>
Un potente boato seguito da una forte esplosione mandò il portone in mille pezzi scaraventando Leander a terra.
Aveva quasi perso i sensi.. si rialzò a fatica. Aveva la vista appannata ed era intontito.
Riuscì a mettere a fuoco qualcosa davanti a sè: devastazione completa; quel che rimaneva del portone in fiamme.
Poteva contare almeno una decina di corpi stesi a terra.. o quello che ne era rimasto.
<<Un fottuto lanciarazzi! Ha usato un fottutto lanciarazzi!>> pensò. Poteva scorgere un uomo, alto e robusto, che finiva con un mitra i pochi sopravvissuti all'esplosione, inermi.
Rideva.
Thomson e Rainer erano scomparsi, squagliati completamente dal razzo.
I resti di alcuni mobili della stanza avevano preso fuoco. Si era attivato l'allarme antincendio e gli sprinkler avevano cominciato a diffondere una fitta nebbiolina in tutta la stanza per evitare che il fuoco potesse diffondersi e divorare tutto.
Leander poteva giurare di aver visto il tizio di fronte a lui sollevare e spezzare il collo ad un povero soldato in preda al panico con la forza di un solo braccio.
Scaraventò il corpo del poveretto a terra. Si girò verso Leander e cominciò a camminare verso di lui.
<<Signor comandante dei miei stivali.. è arrivato il suo turno finalmente..>>
L'accento era vagamente russo.
Leander raccolse istintivamente la pistola da terra. Era ancora un po' intontito.. la poggiò su quel che rimaneva della sua scrivania.. prese la mira e sparò.
Centrò l'individuo all'altezza della spalla sinistra ma con suo sommo stupore il proiettile, dopo un secco rumore metallico, rimbalzò.
<<Una corazza da battaglia di nuova concezione?>> suppose Leander.
<<Ahahahah! E' tutto qui quello che sapete fare? La prima potenza della galassia? Siete solo dei cazzoni, come tutti gli altri!>>
L'individuo continuava ad avanzare ed era ormai giunto all'ingresso della stanza.
I battiti cardiaci di Leander continuavano ad aumentare; in quello stato, ancora intontito dall'esplosione, non aveva speranze contro un avversario invulnerabile..
All'improvviso sentì una grande tranquillità pervadere il suo corpo.. <<Dev'essere questo che si prova quando arriva la tua ora..>> pensò.
Poi la tranquillità lasciò il posto alla determinazione, la rabbia, la frenesia.. una forte sensazione di calore..
Trasalì: <<Dev'essere il Pervitin.. @Asamith me ne aveva accennato durante l'addestramento D.V.S.E.O...>>.
Adesso era di nuovo lucido. Visione perfetta, ogni muscolo teso e scattante; un unico pensiero in testa: abbattere l'intruso.
Strinse forte la pistola; chiuse gli occhi, memorizzando l'ultima posizione in cui l'aveva visto; uscì dalla sua copertura facendo una capriola.
Si alzò in piedi e cominciò a vorticare su stesso, esplodendo una serie di colpi che si abbatterono precisi in alcuni punti vitali dell'uomo di fronte a lui: cuore, fronte, basso ventre.
Ai colpi corrisposero altrettanti rumori metallici; i proiettili non avevano neanche scalfito l'intruso che, ridendo di gusto e a grandi passi, ridusse la distanza che lo separava da Leander.
Adesso poteva vederlo bene, in tutta la sua imponenza: non indossava un'armatura.. era alto, una montagna di muscoli e.. aveva numerosi innesti cibernetici.
Una parte della gamba destra e l'intero braccio sinistro, spalla compresa, erano in metallo.
Lo sconosciuto l'afferrò per il polso destro, lo sollevò da terra con un movimento repentino, spezzandogli il polso e costringendolo a mollare l'arma.
Leander non sentì il dolore, probabilmente a causa del Pervitin.
In risposta gli tirò un forte pugno sulla guancia destra ma il tizio non fece una piega.. probabilmente anche torace e volto erano stati ricoperti da innesti in metallo sottocutanei.
Rise ancora: <<Ahahah, come siete vecchi, sento la puzza di rancido.. ancora con i kata delle armi, una pistola.. siete solo accozzaglia antica senza valore.>>
Scaraventò Leander contro il muro.
<<Io sono il futuro! Innesti cibernetici e metalli super-resistenti! Schiaccerò il tuo cranio come una noce di cocco!>>
Leander riuscì a mettersi a carponi, la botta era stata forte e la testa gli girava quasi come se non avesse assunto quella potente droga da combattimento.
Doveva pensare in fretta, l'uomo procedeva verso di lui e di lì a breve tutto sarebbe finito.
Con la coda dell'occhio vide il suo bagaglio, quasi completamente distrutto.. ma lì vicino, per terra, giaceva il fodero che custodiva la sua spada ancora intatta.
Sentì il freddo acciaio della mano meccanica del mercenario stringergli la gamba.
Con la forza della disperazione protrasse il suo unico braccio integro e afferrò la spada. La sfilò dal fodero e torcendo il suo bacino con la massima elasticità che la posizione gli consentiva
si giocò il tutto per tutto in un ultimo assalto. La spada roteò e andò a schiantarsi con forza tra il collo e la spalla meccanica dell'avversario.
La lama trapassò le carni, spezzando la clavicola sinistra del malcapitato aggressore e causandogli un forte dolore che gli fece perdere l'equilibrio per un attimo.
Mollò la presa sulla gamba di Leander che istintivamente si rialzò, cambiò presa e, tenendo la spada a martello, la infilzò con forza là dove aveva colpito poco prima.
Una botta del pesante pomolo sulla testa fece finalmente svenire l'avversario che smise di contorcersi dal dolore.
Leander lasciò cadere la sua fida spada a una mano e mezza. Il tonfo col pavimento fece sollevare l'acqua erogata dagli sprinkler che si era depositata per terra.
Ancora una volta quella spada, regalatagli dal padre e di cui lui si separava raramente, gli aveva salvato la vita.
Stremato, Leander si accasciò sulla poltrona mezza distrutta.
La sirena d'allarme si era zittita da tempo e le luci intermittenti delle base facevano da lugubre sottofondo al dramma in corso.
Leander sapeva che in quelle condizioni non sarebbe riuscito a tenere testa a nessuno, nemmeno l'ultima delle reclute.. non riusciva più a muovere un muscolo e dolori da tutto il suo corpo tornavano a farsi capolino, sempre più decisi, nella sua mente.
L'euforia del Pervitin stava ormai scomparendo e si portava dietro l'effetto "feedback" e lo stato di "down" di cui aveva sentito parlare più volte.
Rumore di passi.
Con sua somma sorpresa non furono dei mercenari nemici a varcare la soglia, bensì Luna, la sua attendente, insieme ad una squadra di soccorso che prontamente cominciò ad analizzare il suo stato
di salute.
<<Comandante che sollievo è ancora vivo!>> esclamò Luna trattenendo le lacrime a stento.
<<La situazione qui alla base?>> si preoccupò di chiedere Leander.
<<Abbiamo subito ingenti perdite ma l'attacco è stato contenuto. Si è trattato di un assalto su larga scala, ben organizzato e impossibile da prevedere. L'ammiragliato e la D.V.S.E.O. sono stati allertati poco fa, a seguito della distruzione di un dispositivo di jamming nemico. I rinforzi non tarderanno ad arrivare.>>
<<Si assicuri che quell'individuo a terra sia portato in cella..se ne abbiamo ancora una in questo edificio. Massima sorveglianza, è un modificato.>>
<<Subito comandante.>> lo sguardo di Luna indugiò sullo stato di distruzione in cui versava la stanza.
Leander sembrò accorgersene:<<Avevo pensato a dire il vero di fare qualche modifica al mobilio..>>
L'attendente guardò Leander con gli occhi gonfi: <<Avevo temuto il peggio, non riuscivo a contattarla in alcun modo..>>
<<Sto bene.. non ti libererai così facilmente di me.. e dimmi.. come sta la mia piccola?>> rispose Leander intontito.
<<Tu.. tutto bene comandante ma.. è lei quello che se l'è vista brutta, non si preoccupi per me..>>
Leander sorrise, tanto che gli fece male tutto il costato: <<Parlavo della Lioness, Luna..>>
L'attendente arrossì: <<Oh.. la nave.. è salva per miracolo, ha riportato il 98% di danni. Ci costerà un po' rimetterla in sesto ma abbiamo abbattuto 12 navi nemiche.. ho fatto il meglio che ho potuto.>>
concluse Luna in tono dispiaciuto.
<<L'ho detto che è una forte.>>
<<Sì comandante, l'ha allestita proprio bene. Immagino solo se ci fosse stato lei al comando..>>
Leander svenne per la stanchezza, senza la possibilità di chiarire a Luna che, questa volta, era di lei e non della nave che stava parlando.
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