BIO

Buio totale. Silenzio. Un senso di profondo straniamento mi avvolge. Non è claustrofobia. Quella no. Per chi, come me, percorre lunghe tratte navigando all'interno di minuscole astronavi, gli spazi stretti non creano problemi; neppure la solitudine o la percezione del vuoto cosmico che si estende aldilà del vetro.

Però questa situazione è diversa. Innanzitutto mi trovo in una stanza, almeno credo. Poi sono immobile, legato ad una sedia, che sento fredda e dura sotto di me. Non sono stato imbavagliato o bendato, ma sarebbe avventato, per ora, dire alcunché. Nell'assoluta immobilità risuona solo il mio respiro, affannoso. L'accensione delle luci improvvisa mi distoglie violentemente dai miei pensieri. L'intensità luminosa è insopportabile.

- Che abbiamo qui? - Pronuncia una voce femminile, tranquilla, precisa, letale.
- Sottotenente di vascello Frigna the Hutt -. Lo riconosco: è il mio nome in codice.

Non riesco a mettere a fuoco la mia interlocutrice: la luce è troppo intensa. La voce è vicina, come se fosse accanto a me in piedi, alle mie spalle
- La nascita è registrata sull'avamposto civile di Bosch Terminal nel sistema indipendente di LHS 1914. Tecnico manutentore nella locale raffineria; all'età di 25 anni ha abbandonato il lavoro e si è dedicato al commercio spaziale e al contrabbando. Cosa l'ha spinta a cambiare vita? -
- Immagino il desiderio di avventura - Rispondo poco convinto
- Ma certo! - Ribatte ironica la donna.

Chiaramente sta leggendo il mio curriculum da qualche visore. Appena percepibile sento il suo profumo: lavanda e gelsomino mi pare. Prosegue impassibile.
- Per due anni ha frequentato l'accademia della Federazione Piloti su Shinrarta Dezhra. Successivamente ha prestato servizio per cinque anni come agente di commercio per l'Alleanza, in pratica come contrabbandiere. Dopo aver oliato alcune fazioni imperiali, mediante missioni di varia natura, ha infine ottenuto il visto d'ingresso per Achenar. A questo punto si è arruolato nella flotta imperiale come ausiliario e ha prestato servizio su varie astronavi. Tutto corretto fino a qui? -
Annuisco con la testa
- Si. Esatto -

La tizia si sposta davanti a me. Quasi sobbalzo al vederla nuda. Poi mi rendo conto che è un effetto ottico dato dalla sagoma in controluce: la ragazza, una bella tipetta mora, ha un prorompente fisico atletico, e indossa una aderente tuta nera.

- Perchè ha fatto domanda per entrare in questa unità - Mi chiede fissandomi negli occhi, con le mani sui fianchi, in tono per nulla amichevole
- Mi chiede il perchè? Una unità d'èlite ultra specializzata, a difesa degli interessi di chi sappiamo io e lei? Talmente riservata che ne è segreta anche l'esistenza!-
- Appunto - Mi interrompe la ragazza
- Nessuno dovrebbe esserne a conoscenza -

Indomita si avvicina, sinuosa come una gatta. Mi accarezza la tempia con la mano, spingendo le dita fin dietro al cranio. Quindi imprimendo un movimento deciso mi abbassa la testa di colpo. I suoni metallici di un macchinario scendono dal soffitto avvicinandosi alla nuca esposta
- Tranquillo, non farà troppo male - Mi sussurra all'orecchio.

Da questa angolazione vedo solo le curve del seno, vicinissimo al mio viso. L'alito caldo delle parole contrasta con il freddo bisturi che incide l'epidermide. Diversi aghi, punture e forbici lavorano alla base della nuca e l'unità robotica chirurgica velocemente inserisce all'interno del midollo spinale un chip speciale di ultima generazione.

Oltre a permettere la localizzazione permanente, il chip ha le funzionalità di un completo computer miniaturizzato, con varie funzioni specifiche. Nonostante le massiccie dosi di anestetico il dolore prodotto dal lavorio degli strumenti sui nervi mi provoca incontrollati spasmi muscolari fino a farmi cadere nell'agognato svenimento.

L'ultimo ricordo è il sussurro vicino della donna
- Ti aspetto più tardi. -